Tesi @Perigeo #2 – fratture post – eruzione sul Cumbre Vieja

Tesi @Perigeo #2 – fratture post – eruzione sul Cumbre Vieja

19/12/2022 Perigeo 0
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La sessione di Dicembre 2022 ha visto Marta Masserini laurearsi in Scienze dell’Ambiente e della Natura, presentando la tesi “Cumbre Vieja eruptive event, 2021, La Palma, Canary islands: analysis of post-eruption fractures and related environmental hazard”; relatore Alessandro Maria Michetti e correlatori Giorgio Tringali, Raúl Pérez-López e Inés Galindo.

Il vulcano Cumbre Vieja, situato sull’isola di La Palma (Canarie), rappresenta un rilevante complesso vulcanico basaltico. L’attività vulcanica è spesso associata ad eventi sismici di discreto magnitudo, i quali si manifestano con effetti di diversa tipologia e grado, come frane, fratture e tsunami e rappresentano un elemento di impatto e danno per l’uomo, l’ambiente naturale ed antropico e le infrastrutture. L’attività magmatica del vulcano Cumbre Vieja durante l’eruzione del 2021 è stata straordinaria. Iniziata con l’evento sismico di Mw 4.2 del 19 settembre 2021, l’eruzione è durata 86 giorni (settembre – dicembre 2021), e ha visto la messa in posto di oltre 200 milioni di metri cubi di lava basaltica.

Fig. 1 Effetti dell’attività magmatica del vulcano Cumbre Vieja durante l’eruzione del 2021

La tesi di Marta si inserisce in un contesto di analisi degli effetti di fratturazione e fagliazione sul territorio vulcanico, e monitoraggio del rischio vulcanico e sismico. Il principale obiettivo dell’elaborato è stato quello di caratterizzare le fratture e le faglie generate nella fase tardiva dell’eruzione sul fianco NW della bocca eruttiva, e di ricostruire la loro genesi.

L’approccio utilizzato per la caratterizzazione delle fratture generatosi segue le analisi ambientali promosse da IGME (Instituto Geológico y Minero de España), e le metodologie e studi utilizzati dal gruppo di ricerca geologico-ambientale dell’Università degli studi dell’Insubria in contesti analoghi, ad esempio durante gli eventi di fagliazione superficiale avvenuti sull’Etna al seguito del terremoto di Fleri del 26 dicembre 2018.

Lo studio è stato condotto nell’estate del 2022, con una serie di sopralluoghi a La Palma della durata complessiva di 30 giorni.

Per ogni frattura campionata sono stati assegnati valori per il rigetto (spostamento verticale) e ampiezza (spostamento orizzontale, così come la tipologia di scivolamento (net-slip, dip-slip, strike-slip; fig. 1), tutto associato a dettagliata documentazione fotografica.

Fig. 2 – Ortofoto con modello digitale della colata lavica. Il poligono bianco mostra l’area di campionamento delle fratture


Dalle analisi su terreno sono state caratterizzate 69 fratture. I dati sono infine stati elaborati su software QGis (fig. 2)

Fig. 3 – Elaborato GIS delle fratture osservate presso area cimiteriale di Corazoncillo.

L’analisi dei dati ottenuti ha permesso di osservare un andamento in direzione E-O comune a tutte le fratture e la predominanza di fratture di tipo estensionale. Sono stati generati due possibili scenari di genesi, di cui uno più realistico: un possibile scivolamento del versante nord-occidentale verso la costa dell’oceano atlantico; scenario simile all’attuale situazione del settore orientale del Mt. Etna.

Fig. 4 – Durante l’eruzione del 1949, si è aperta una faglia con direzione NNW-SSE sul fianco occidentale della Cumbre Vieja. Questo evento fa pensare che le fratture e le fessure eruttive generate nel 2021 possano essere una continuazione del sistema di faglie creatosi nell’eruzione del 1949

Il lavoro di Marta rappresenta un ottimo esempio di analisi ambientale e analisi e mitigazione del rischio sismico e vulcanico.

Congratulazioni!

Fig. 5 – Esempio di un sito di misura delle fratture

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