Contagi, epicentri e zone rosse: quando terremoti e epidemie parlano la stessa lingua

Contagi, epicentri e zone rosse: quando terremoti e epidemie parlano la stessa lingua

10/03/2020 Perigeo 0
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In questi giorni di emergenza legata alla diffusione del COVID-19, ci sono alcune parole ricorrenti che mi hanno fatto riflettere. “L’epicentro del contagio è nella zona di Wuhan”, “si pensa ad un allargamento della zona rossa”, “durante il picco dell’epidemia, ci si aspetta uno tsunami di pazienti nei reparti di rianimazione”.

“Parole, son parole, e quante mai ne ho adoperate e quante ancora lette e poi sentite, a raffica, trasmesse, a mano tesa, sussurrate, a tanti giri, riverite, adatte alla mattina, messe in abito da sera, all’osteria citabili o a Cortina e o a Marghera” [Parole – Francesco Guccini]

Queste parole ricorrenti evidenziano un flusso bi-direzionale tra due aree semantiche in teoria ben distinte: il rischio sismico da un lato e l’epidemiologia dall’altro. Il fil rouge che le lega è la reazione umana di fronte all’imprevisto, sia esso un terremoto o un’epidemia come quella che stiamo vivendo. Gli eventi rari ci colgono di sorpresa e generano smarrimento, paure e, in alcune situazioni, reazioni irrazionali o panico. Ogni volta ci fanno scoprire quanto la nostra società e il nostro territorio siano fragili e vulnerabili.

Nelle fasi più critiche, diventa evidente a tutti il ruolo cruciale della Protezione Civile nel gestire l’emergenza: vengono messi in atto protocolli ben precisi e anche una parte della terminologia utilizzata è ricorrente a prescindere dalla tipologia di emergenza. Alcuni termini vengono usati dai giornalisti, a volte con qualche “licenza letteraria” di troppo. Vediamone qualcuno:

Zona rossa: è un’area soggetta ad alto rischio, dove vengono stabilite disposizioni temporanee sulle modalità di accesso e movimento. La zona rossa può essere interdetta alla popolazione (ad esempio dopo un terremoto) o può essere limitato il flusso di persone verso l’esterno (emergenza epidemiologica).

Vulnerabilità: è la predisposizione di una certa componente (popolazione, società, edifici, infrastrutture, ospedali) a subire gli effetti di un evento critico. Concorre a determinare il rischio complessivo.

Epicentro: è la proiezione sulla superficie terrestre dell’ipocentro (punto dove si genera un terremoto); il termine viene spesso usato al di fuori della sismologia per indicare la zona con gli effetti più gravi. Nel caso di un terremoto, l’epicentro può non coincidere con la zona che registra i danni maggiori.

Contagio: è un termine tipicamente epidemiologico, che indica la trasmissione di una malattia da un individuo a un altro. In sismologia, è stato introdotto il concetto di “contagio sismico” per descrivere l’interazione tra strutture in grado di generare terremoti (faglie), come avvenuto per esempio durante la sequenza sismica del Centro Italia del 2016. Uno dei metodi più usati per prevedere la distribuzione della sismicità a seguito di un evento sismico (le cosiddette “repliche”) è chiamato ETAS – Epidemic Type aftershock sequence e deriva da modelli epidemiologici.

Tsunami: onde che si generano a seguito della fagliazione del fondo marino a causa di un terremoto; altri eventi che possono causare tsunami sono frane sottomarine o eruzioni vulcaniche.

Picco: implica l’esistenza di una grandezza misurabile (numero di contagiati, accelerazione del suolo legata al passaggio delle onde sismiche), che varia nel tempo: dapprima ha un ramo ascendente, raggiunge il famigerato picco, poi diminuisce nel tempo. Le mappe di pericolosità sismica sono generalmente espresse in termini di probabilità di superamento di una certa soglia di accelerazione (PGA – peak ground acceleration) in un’unità di tempo (tipicamente 50 anni).

Previsione, prevenzione e pianificazione: non siamo in grado di prevedere con esattezza dove, quando e con che dimensioni avverrà un terremoto o si diffonderà un’epidemia. Possiamo però individuare i rischi, mettere in atto interventi per ridurre i danni conseguenti all’evento (prevenzione e mitigazione) e pianificare nel miglior modo possibile la gestione dell’emergenza ad opera delle autorità competenti.

Alcune delle definizioni riportare in questo articolo sono tratte dal glossario del sito della Protezione Civile.

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